Pubblicato in: Politica e Società

Dopo il caso Augias altre storie di copyright

di Aldo 3 giugno 2009

copyright

AUGIAS E IL COPYRIGHT (Aggiornamenti)

Sono successe alcune cose e visto l’interesse sucitato dal mio articolo precedente sul caso Augias ed il problema del copia e incolla, vi mando gli aggiornamenti.

NUMERO UNO:

“José Saramago, per sua stessa ammissione, non sa niente di virus influenzali. Ma la “gripe suína” tira e anche il Nobel per la letteratura ha voluto dire la sua. Ha scelto una fonte, pessima, e l’ha copiata integralmente. Quindi è stato costretto a scusarsi. Ma il bello deve ancora arrivare: Repubblica non se n’è accorta e ci ha riproposto pari pari il testo incriminato sulla prima pagina  Titolo: “Quando le pandemie sono figlie del business“. Firmato José Saramago.

Si tratta di una filippica contro l’allevamento industriale, di genere petriniano, condita con citazioni scientifiche opportunamente selezionate per puntellare la tesi. Una volta scoperto il copia-incolla l’incipit suona come una confessione: «Non conosco niente sull’argomento e l’esperienza diretta di aver convissuto durante l’infanzia con i maiali non mi serve a niente. Quella era più che altro una famiglia ibrida di umani e animali. Ma leggo con attenzione i giornali, ascolto e vedo i reportage della radio e della televisione, e alcune provvidenziali letture mi hanno aiutato a capire meglio i particolari delle cause all’origine dell’annunciata pandemia»”.

Anna Meldolesi per “Il Riformista”

NUMERO DUE

L’Economist ha aperto un dibattito sul copyright.
Per chi legge in inglese: www.economist.com

NUMERO TRE:

la High Court londinese ha stabilito che Dan Brown non ha copiato il saggio “The Holy Blood and the Holy Graal” per scrivere il suo bestseller “Il codice Da Vinci”. I giudici inglesi, pur ammettendo che Brown ha preso alcuni elementi dal saggio del 1982 firmato da Michael Baigent e Richard Leigh (che avevano denunciato la casa editrice Random House, che ha pubblicato sia “The Holy Blood”, sia il “Codice”), non ha ravvisato gli estremi di violazione del diritto d’autore. Brown, nella sua deposizione, aveva ammesso di aver letto il libro di Baigent e Leigh mentre faceva ricerche per il “Codice”

www.giornalismi.info/aldovincent

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