E va bene, parliamo dell’Iran
Mi stupisce ancora oggi la superficialità con cui si trattano le questioni di questo Paese.
Del Terzo Mondo.
Allora cominciamo a parlare del Primo.
Immaginatevi il raccordo anulare di Roma a sei corsie, tre in una direzione e tre nell’altra. Immaginatevi che ad ogni semaforo ci sia un vigile e ad ogni svincolo un Mercedes con due poliziotti stradali. Immaginate che ad ogni svincolo parta una strada a due corsie per ogni direzione per andare in centro attraversando parchi e giardini fioriti. Immaginate che dalla montagna sia stata dirottata l’acqua che costeggia le strade e le tiene pulite. Immaginate che ogni venerdì, i semafori i guardarail e i passaggi pedonali vengano lavati col sapone. Immaginate che se avete caldo potete andare a nord della città e pranzare in uno degli innumerevoli ristoranti costruiti sotto le cascate, al fresco.
Questa è Teheran.
Adesso immaginate di entrare nel caldo opprimente del mezzogiorno, in un autobus o in un taxi collettivo e immaginate che TUTTE le persone profumino di essenze alle rose o alle violette.
Immaginate le donne che lasciano uscire i capelli dai loro fuolards colorati, civettuole e bellissime. Donne che occupano senza differenze luoghi pubblici, uffici privati, sportelli bancari. Donne che rientrate in casa illuminano con la loro allegria la vita familiare.
Questi sono gli abitanti, nobili e fieri.
Sì, ho visto anch’io intere facciate di palazzi con la faccia dell’Imam o dei martiri della guerra. Poi sono tornato in Italia e in via Broletto a Milano c’era un palazzo in restauro e per coprire i tubi Innocenti c’era un pannello alto sei piani con la faccia di Armani. Perché Armani sì e Khomeini invece no?
Chissà.
Di notte quando passavo davanti al grande parco per andare in centro, c’era un’enorme aiuola che si illuminava con la scritta “Allah Barakh” rossa.
La guardavo esterrefatto perché sembrava la scritta della cocacola al contrario.
Chissà perché un popolo che scrive che Dio è grande è assoggettato ad una teocrazia opprimente, mentre noi che inneggiamo al marchio di una multinazionale saremmo più liberi…
Mah.
www.giornalismi.info/aldovincent
Forse hai ragione, forse no, ma apprezzo finalmente il coraggio di scrivere qualcosa che non sia la solita cosa: chi sono i buoni e chi i cattivi, che Moussavi ha vinto le elezioni (sarà poi vero?) e ci sono stati brogli, che è un regime che censura internet (perché invece, la Cina? e l’Italia, col disegno di legge Carlucci?) ecc. ecc.
ciao, cometa
sono una ragazza iraniana che vivo in italia da 3 anni.nn sono daccordo con te riguardo le donne,sappi che le nostre donne sono le piu belle nel oriente anche nel occidente,e sono inteligenti e nn papere o velline..e unaltra cosa tu 6 andato nei autobus e nei taxi ti assicuro che anche io quando vado nei autobus e nella metro sopratutto nella linea B (roma) qua in italia che puzza di sudore ,o di alcol della gente.. noi abbiamo un riccho paese ma il nostro problema nn e la povertà e la libetà!e io solo per questo che sto in italia,e anche i mie connazionali telo assicuro ciao!
almeno loro stanno combattendo e morendo per la democrazia…mentre noi, saturi di materialismo e imboniti di mediocrità,stiamo comodamente seduti a guardare, senza avere il coraggio nè la capacità di comprendere il marciume e la volgarità che sta spazzando via tutto ciò che un giorno ci rendeva orgogliosi:la nostra cultura,la ricchezza del nostro passato e la nostra stessa civiltà
scusa saghi, ma di quale libertà stai parlando? il nostro ti sembra forse un paese libero? non so se te ne sei accorta, ma ormai l’unica libertà che ci hanno lasciato è quella di scegliere tra una marca di prodotti e l’altra, tra un televisore grundig e uno aquos, tra una birra moretti e una heineken, bella libertà! piano piano, passo dopo passo, stiamo diventando polli da batteria.
perciò condivido pienamente il commento di aldo, e aggiungo che di quello che sta veramente accadendo in iran noi non sappiamo proprio nulla, perchè la stampa ormai ci racconta solo le verità ufficiali, quelle del nostro regime, un pò come in afghanistan, dove non si parla più delle vittime innocenti causate tra i civili dalla nostra “missione di pace”!
Vado in Iran regolarmente ogni tre mesi, per lavoro, e investo il mio tempo tra Tehran, la costa del golfo, e altre citta’ dove ho contatti
tecnici.
Le persone,educatissime e competenti, mi parlano, in privato, della loro insoddisfazione per il regime teocratico che sono costretti a sopportare e che soffoca ogni loro sogno per una societa’ piu’
libera e piu’ giusta, visto che il regime possiede
tutti i mezzi politici, finanziari e militari per tenere la popolazione sotto un controllo corrotto e ipocrita, che spende enormi risorse per progetti che nulla hanno a che fare con la popolazione Iraniana, finanziando regimi similari come il Venezuela, la Bolivia, il Sudan e altri nelle loro operazioni destabilizzanti, invece che i bisogni della popolazione. Percio’ non facciamo propaganda a un sistema che e’ inviso all’interno e all’estero da tutti tranne che dagli ideologi da quattro soldi.