Fusione Fredda: il rapporto 41
Sembra di essere tornati ai tempi dell’Inquisizione.
Persino Carlo Rubbia, che aveva aiutato il gruppo di ricercatori dell’ENEA di Frascati a redigere il rapporto che confermava che la teoria di Pons e Fleischmann aveva basi scientifiche, si era tirato indietro senza giustificazioni. Solo ricomparire poi come consultente di identici esperimenti scientifici francesi.
Pure gli americani, che sembrano scettici nei confronti dell’esperimento a base di Palladio, sembra che invece abbiano ottenuto risultati che hanno applicato allo sviluppo di armi con base d’Uranio impoverito…
Una esauriente inchiesta la fece RaiNews 24 nell’86, poi il silenzio.
Eppure, specie in questi momenti di crisi, l’investimento per energie pulite dovrebbe essere nell’agenda di ogni governo.
Cosa sta succedendo? Mistero.
“Caro professor Rubbia, sono molto lieto che il programma di ricerca intrapreso da Giuliano Preparata abbia conseguito il suo scopo”
E’ il dieci aprile del 2002. Il famoso elettrochimico britannico Martin Fleischmann ha appena visitato i laboratori di fisica nucleare dell’ENEA di Frascati. Lo scienziato che nel 1989 era stato emarginato dalla comunita’ scientifica per aver annunciato la possibilita’ che alcuni atomi possano fondersi a temperatura ambiente – la famosa “fusione fredda” – e’ un uomo compassato ma non riesce a trattenere l’entusiasmo. Decide di scrivere al premio nobel Carlo Rubbia, all’epoca presidente dell’agenzia italiana per l’energia, l’ENEA.
RAI NEWS 24
23 ottobre 2006
“Visto, non si stampi” – Perche’ le riviste non hanno pubblicato il rapporto 41
Nell’estate del 2002 il Rapporto 41 fu inviato a diverse riviste scientifiche. Le prime due furono le statunitensi Science e Nature, quelle che “hanno un impact factor piu’ alto”, come si dice. Nel senso che una pubblicazione su queste riviste “vale” molto di piu’ per la carriera scientifica di un ricercatore. “Nel giro di qualche giorno – ricorda Antonella De Ninno – a stretto giro di posta elettronica, Science ha risposto che non avevano spazio per pubblicare questo lavoro. Non sono entrati nel merito, non ci hanno neanche consentito l’accesso al processo di review, che si usa di solito nel mondo scientifico, per cui un lavoro viene mandato ad altri colleghi che ne valutano l’attendibilita’ ed eventualmente chiedono chiarimenti. In questo caso siamo stati espulsi subito. Ci hanno detto che non c’era spazio, motivi editoriali”. “Questa fu la risposta di Science”, aggiunge Emilio Del Giudice. “Altri fecero delle osservazioni piuttosto peregrine. Per esempio uno dice: ‘Come è possibile raggiungere temperature così elevate sott’acqua, nell’acqua della cella elettrolitica?’ Evidentemente questo signore non sapeva che esistono i vulcani sottomarini, o che è possibile fare le saldature sott’acqua se c’è una sorgente di energia sufficente…”
Antonella De Ninno: “Dopo Nature abbiamo provato con altre quattro riviste, pero’ devo dire che non siamo riusciti ad avere un processo di revisione convenzionale, in particolare sulla misura dell’elio non abbiamo raccolto una sola obiezione in cinque riviste”.
Antonio Frattolillo: “L’obiettivo era quello di fare un esperimento che fosse talmente pulito, dal punto di vista della procedura sperimentale, da riuscire a bucare quel muro di diffidenza che la comunita’ scientifica ufficiale aveva verso tutto cio’ che riguardava la fusione fredda. Alla fine pero’ non ha bucato. Non siamo mai riusciti neanche a pubblicare il lavoro. Addirittura una delle riviste che abbiamo contattato ci ha risposto che dal momento che questo lavoro riguardava la fusione fredda – che era gia’ stata dimostrata essere falsa – la pubblicazione non era possibile”
Emilio Del Giudice: “Scherzosamente, quando era tra amici, Giuliano Preparata chiamava Nature ‘la Pravda’. E questo perche’ Nature si e’ assunta il compito di fornire non solo informazione scientifica ma anche ideologia scientifica. Loro dicono: ‘siccome il fenomeno non è possibile noi non pubblichiamo’. Non so se si tratti di un atteggiamento aristotelico. E’ un atteggiamento che contraddice con quanto Shakespeare fa dire a Polonio, quando dice ‘non devi essere ne’ un credente ne’ un miscredente’. Uno scienziato non deve avere preconcetti. Ne’ positivi ne’ negativi”.
INTERVISTA AGLI SCIENZIATI DI FRASCATI:
PARTE PRIMA
http://www.youtube.com/watch?v=2Sg2mwDcw-U
PARTE SECONDA
L’esperimento di un dilettante: Renzo Mondani
Se digitate Fusione Fredda su You Tube potrete vedere molti di questi esperimenti
www.giornalismi.info/aldovincent
“Informazioni sulla Fusione Fredda” href=”http://www.pianeta.it/energia/nucleare/fusione-fredda-soluzione-miracolosa-o-bufala-colossale/trackback/” target=”_blank”>Fusione Fredda: il rapporto 41Sembra di essere tornati ai tempi dell’Inquisizione.
Persino Carlo Rubbia che aveva aiutato il gruppo di ricercatori dell’ENEA di Frascati a redigere il rapporto che confermava che la teoria di Pons e Fleischmann aveva basi scientifiche, si era tirato indietro senza giustificazioni. Solo ricomparire poi come consultente di identici esperimenti scientifici francesi.
Pure gli americani, che sembrano scettici nei confronti dell’esperimento a base di Palladio, sembra che invece abbiano ottenuto risultati che hanno applicato allo sviluppo di armi con base d’Uranio impoverito…
Una esauriente inchiesta la fece RaiNews 24 nell’86, poi il silenzio.
Eppure, specie in questi momenti di crisi, l’investimento per energie pulite dovrebbe essere nell’agenda di ogni governo
Cosa sta succedendo? Mistero.
Questa la lettera di Fleischmann a Rubbia:
Caro professor Rubbia, sono molto lieto che il programma di ricerca intrapreso da Giuliano Preparata abbia conseguito il suo scopo”
E’ il dieci aprile del 2002. Il famoso elettrochimico britannico Martin Fleischmann ha appena visitato i laboratori di fisica nucleare dell’ENEA di Frascati. Lo scienziato che nel 1989 era stato emarginato dalla comunità scientifica per aver annunciato la possibilità che alcuni atomi possano fondersi a temperatura ambiente – la famosa “fusione fredda” – è un uomo compassato ma non riesce a trattenere l’entusiasmo. Decide di scrivere al premio nobel Carlo Rubbia, all’epoca presidente dell’agenzia italiana per l’energia, l’ENEA.
RAI NEWS 24 – 23 ottobre 2006
Visto, non si stampi” – Perché le riviste non hanno pubblicato ilrapporto 41
Nell’estate del 2002 il Rapporto 41 fu inviato a diverse riviste scientifiche. Le prime due furono le statunitensi Science e Nature, quelle che “hanno un impact factor più alto”, come si dice. Nel senso che una pubblicazione su queste riviste “vale” molto di piùper la carriera scientifica di un ricercatore. “Nel giro di qualche giorno – ricorda Antonella De Ninno – a stretto giro di posta elettronica, Science ha risposto che non avevano spazio per pubblicare questo lavoro. Non sono entrati nel merito, non ci hanno neanche consentito l’accesso al processo di review, che si usa di solito nel mondo scientifico, per cui un lavoro viene mandato ad altri colleghi che ne valutano l’attendibilità ed eventualmente chiedono chiarimenti. In questo casosiamo stati espulsi subito. Ci hanno detto che non c’era spazio, motivi editoriali
Questa fu la risposta di Science”, aggiunge Emilio Del Giudice. Altri fecero delle osservazioni piuttosto peregrine. Per esempio uno dice: ‘Come è possibile raggiungere temperature così elevate sott’acqua, nell’acqua della cella elettrolitica?’ Evidentemente questo signore non sapeva che esistono i vulcani sottomarini, o che è possibile fare le saldature sott’acqua se c’è una sorgente di energia sufficente…
Antonella De Ninno: “Dopo Nature abbiamo provato con altre quattro riviste, però devo dire che non siamo riusciti ad avere un processo di revisione convenzionale, in particolare sulla misura dell’elio non abbiamo raccolto una sola obiezione in cinque riviste
Antonio Frattolillo: “L’obiettivo era quello di fare un esperimento che fosse talmente pulito, dal punto di vista della procedura sperimentale, da riuscire a bucare quel muro di diffidenza che la comunità scientifica ufficiale aveva verso tutto ciò che riguardava la fusione fredda. Alla fine però non ha bucato. Non siamo mai riusciti neanche a pubblicare il lavoro. Addirittura una delle riviste che abbiamo contattato ci ha risposto che dal momento che questo lavoro riguardava la fusione fredda – che era gia’ stata dimostrata essere falsa – la pubblicazione non era possibile”
Emilio Del Giudice: “Scherzosamente, quando era tra amici, Giuliano Preparata chiamava Nature ‘la Pravda’. E questo perche’ Nature si è assunta il compito di fornire non solo informazione scientifica ma anche ideologia scientifica. Loro dicono: ‘siccome il fenomeno non è possibile noi non pubblichiamo’. Non so se si tratti di un atteggiamento aristotelico. E’ un atteggiamento che contraddice con quanto Shakespeare fa dire a Polonio, quando dice ‘non devi essere ne’ un credente ne’ un miscredente’. Uno scienziato non deve avere preconcetti. Ne’ positivi ne’ negativi”
INTERVISTA AGLI SCIENZIATI DI FRASCATI:
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
L’esperimento di un dilettante: Renzo Mondani
Se digitate Fusione Fredda su You Tube potrete vedere molti di questi esperimenti
www.giornalismi.info/aldovincent
Volevo fare presente che il Suo blog risulta illeggibile su molti browser (Firefox e Chrome ad esempio) perchè è mal formattato.
Grazie per la segnalazione!
Ritengo utile precisare – per dovere di informazione – che non mi sono “tirato indietro senza spiegazioni”, ma che durante la mia Presidenza dell’ENEA avevo chiesto ai ricercatori di ripere l’esperimento e confermare i dati. Queste verifiche non mi sono mai state rese note. Altrettanto errata é l’affermazione che io sia mai stato “consultente di identici esperimenti scientifici francesi”.
Cordialmente
Carlo Rubbia