Pubblicato in: Esteri

Non si placano le contestazioni pro-Tibet

di linda 7 aprile 2008

Tour Eiffel listata a lutto

Arresti e scontri a Londra, disordini a Parigi. La fiaccola olimpica spenta e portata via su un autobus. Migliaia di manifestanti pronti a fermare in ogni angolo del mondo la tradizionale staffetta di tedofori al grido di “Viva Tibet”. Dichiarazioni del Cio. Boicottaggi illustri come quello ventilato dal presidente francese Sarkozy alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008. Arresti, feriti, morti. E Pechino che fa?

Se ne strafrega.

Da grande nazione, ormai timoniere dell’economia mondiale, e capace di numeri che solo a pronunciarli un italiano rischia la labirintite, la Repubblica Popolare Cinese non vuole abbassare la testa a nessun tipo di provocazione. Vuole fare il buono ed cattivo tempo, come peraltro ha imparato a fare da tante altre grandi nazioni economicamente invulnerabile.

Io non li ho mai capiti i giochi di forza e di potere. Non bastano centinaia di morti – anche se Pechino ammette al massimo una ventina di caduti, (ma quando si spara sulla folla sono numeri difficili da credere) –, focolai di rivolta ovunque, una reputazione a livello mondiale irrimediabilmente compromessa (parlo di reputazione, gli affari non si fermeranno di certo per qualche morto), per costringere i capi di una nazione a ripensare le loro posizioni ed il loro modo di agire.

Cosa importa far vedere chi c’è la più duro? Cosa importa dimostrare che ‘qualche’ manifestante pulcioso vuole sfruttare la vetrina internazionale permessa da un evento come le olimpiadi per ribadire le proprie ragioni? Chi parla di una politicizzazione di un evento sportivo sbaglia. Le olimpiadi dal 21esimo secolo in poi non possono più essere considerate un evento sportivo, al massimo, un evento mediatico – in cui sponsor miliardari, televisioni e multinazionali, si contendono il ricco bottino – contornato da eventi sportivi di vario genere.

Ho sempre amato le olimpiadi, le gare appassionanti, i record e via dicendo, ed ho sempre atteso con ansia l’avvento di questa manifestazione, ma davanti alle proteste di un popolo che rivendica i propri diritti credo che sia doveroso togliersi il cappello, aprire le orecchie e dare un valore diverso alle cose.

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0 risposte a “Non si placano le contestazioni pro-Tibet”

  1. SIMONE ha detto:

    purtroppo l idea che le olimpiadi siano solo un fatto sportivo è decisamente sbagliata;fin dall’antichità sono un palcoscenico mondiale tra i più prestigiosi in cui si sono intrecciate trame poltiche!!oggi oltre a un discorso politico è subentrato con prepotenza quello economico,e sappiamo bene quanto questo influisca sugli organizzatori dell evento.Penso che le tiepide prese di posizione da parte dei potenti della terra contro gli eccidi e le violazioni sistematiche dei diritti umani da parte della cina sia strettamente correlata al ruolo della stessa nel panorama economico mondiale.boicottare le olimpiadi significa mettersi contro la seconda(ma in forte salita) dittatura economica globale!!…e allora per l’ennesima volta è più forte il fruscio dei soldi che l’urlo di libertà di un popolo!
    COMPLIMENTI X L’ARTICOLO BISOGNA CHE TUTTI NEL NOSTRO PICCOLO PRENDIAMO POSIZIONE SU QUESTO ARGOMENTO

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