Pubblicato in: Politica e Società

In pensione a 98 anni per non avere rimorsi

di Aldo 21 ottobre 2009

Mario Draghi

Mario Draghi

Il tempo dei Draghi

Certo, dal punto di vista del Governatore di Bankitalia Mario Draghi, la questione che si pone è molto semplice: se siete destinati a diventare centenari, andando in pensione a sessant’anni avrete davanti a voi quarant’anni di pensione contro una quarantina d’anni di contributi e con queste cifre i conti non quadrano a meno di scatenare una guerra di tanto in tanto per pareggiare i bilanci…

Ci sarebbero per la verità i contributi delle nuove generazioni per pagare le pensioni ai vecchi ma con l’andazzo che ci troviamo avremmo un pensionato a carico di ogni disoccupato e pure qui i conti non tornano.

Eppure qualcosa in questo discorso non quadra, mi spiego. L’invenzione del danaro (McLuhan dixit) servì alle prime comunità sedentarie per accumulare il valore del lavoro. Gli uomini si alzavano all’alba, e invece di praticare un ruolo (la caccia, la raccolta, lo scambio) si sottomettevano ad un lavoro: aravano, costruivano, commerciavano, mietevano, mungevano fino al tramonto e se un suddito non era uno schiavo, riceveva la sua retribuzione che era una parte del profitto che arricchiva il Visir, lo Sceicco, il Re, il Sacerdote o altri.

Siamo arrivati qui, e con l’aiuto di sofisticate tecnologie, non dobbiamo più arare a mano, trebbiare chini, sollevare esausti, trasportare sfiniti, ma abbiamo macchine e computer che fanno la maggior parte del lavoro per noi. Noi intanto riceviamo una retribuzione per il nostro lavoro che non è altro che tempo della nostra vita contro una parte del denaro che va ad arricchire gli altri.
Ma continuiamo ad alzarci all’alba e a lavorare fino al tramonto. Perchè?

Perchè se il tempo è denaro, l’avvento della tecnologia arricchisce qualcuno ma non ci fa risparmiare il tempo per vivere? Anzi oserò dire di più: perchè malgrado le tecnologie che ci aiutano nel lavoro, non abbiamo più tempo per nulla che riguardi la qualità della nostra vita?

Credo occorra rispondere a questa domanda, altrimenti ci sarà sempre un Mario Draghi, che tutti ascoltano come fosse l’Oracolo ma che è un ex dipendente della Goldman Sachs, la più potente banca americana, – quella che piazza sempre i suoi uomini nei gangli più sensibili delle economie mondiali, quella che è reputata la maggior responsabile dello sconquasso economico di questo inizio di secolo – che si dimentica di dire chi è e cosa è stato ed ogni tanto si affaccia dai pulpiti e predica che se vivremo cent’anni, per il bene dell’Economia (quale?) sarebbe sano e giusto lavorare fino a 98 per poter chiudere serenamente gli occhi senza il rimorso di essere pesati sui bilanci statali…
Poi dice che uno si butta a sinistra…
ehehehe

http://aldoelestorietese.dilucide.com

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0 risposte a “In pensione a 98 anni per non avere rimorsi”

  1. Giovanni ha detto:

    Ieri sera a “Balla con me” Ilvo Diamanti diceva che secondo gli italiani si diventa vecchi a 83 anni (in un paese con l’aspettativa di vita di 81, si diventa vecchi nella bara…). Non c’e’ da meravigliarsi se le provano tutte per mandarci in pensione tardi.

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