Il caso Noemi, tra telenovelas e teatro dell'assurdo

di Aldo 27 maggio 2009

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Berluminchiate

Ci vuole la pazienza di Giobbe per sopportare le prime pagine dei nostri quotidiani con gli strilli sulle ipotetiche “malefatte” di Berlusconi, mentre è ormai chiara la strategia dei reggicoda del Cavaliere: buttate più cacca possibile nel ventilatore e nella confusione che nasce vedrete che almeno il caso Mills è morto e sepolto.

Oggi per esempio, si rincorrono voci incontrollate sulle origini del legame tra Berlusconi e la famiglia Letizia. Alcuni fedelissimi del presidente ventilano (questo genere di notizie va sempre ventilato, come le scorregge) un’antica amicizia tra il Cavaliere e la nonna di Noemi. Nata quando il futuro premier ancora intratteneva gli ospiti sulle navi da crociera. Data la fama di tombor da fame del Nostro, non mi sorprenderebbe che saltasse fuori che la figlia del premier non è Noemi MA LA MADRE!

Ionesco a noi ci fa un baffo…

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0 risposte a “Il caso Noemi, tra telenovelas e teatro dell'assurdo”

  1. eta beta ha detto:

    Contrordine compagni, questi italiani popolo di m..a, nonostante le vagonate di m..a e di ecoballe che gettiamo sul Berlusca, continueranno a non votarci. Ma, spiega in camera caritatis ai suoi più stretti collaboratori, il buon Franceschini:”Se non alziamo la voce così il Di Pietro ci cannibalizza, scalza e ci porta via il nostro zoccolo duro”. Però, come cambiano i tempi, prima c’era il super poliziotto da noi reclutato e sponsorizzato per fare carriera nella magistratura e fare il PM, Di Pietro, ora invece siamo ridotti alla cariatide gaudius magnum. Avanti compagni, non per il sol dell’avvenire, del quale non ce n’è mai fregato un bel piffero, ma per difendere i privilegi che in tutti questi anni ci siamo conquistati sul campo: lauti stipendi e dolce far niente. Urlate amici e compagni, noi siamo l’inquisizione, noi siamo i censori, tanto i PM che vogliono fare carriera sono iscritti alla nostra parte politica e ci assolvono sempre e ci santificano. Noi siamo i sempre vergini e puri, senza macchia e senza peccato, noi siamo il buono che avanza, perciò possiamo lapidare e lapidiamo. Prosit.

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