Pubblicato in: Esteri, Politica e Società

Dan Peterson, da Koko B. Ware a Barack Obama

di linda 10 novembre 2008

Dan Peterson lo preferivo quando commentava i pirotecnici match di wrestling su Italia 1. Era la fine degli anni Ottanta. Vent’anni dopo Dan Peterson si cimenta a fare il commentatore politico e a picconare come un Maurizio Gasparri qualsiasi su Barack Obama (“Putin se lo mangia”).

Nonostante la campagna elettorale americana sia finita, c’è ancora chi non perde l’occasione per offendere il neo presidente degli Stati Uniti che ha riacceso le speranza di milioni di uomini e donne. Tra le ricerche più cliccate di Google le parole “how to kill Obama” (come uccidere Obama) continuano inquietantemente a tenere banco.

Non vogliamo cercare nessi tra le fantasie assassine di qualcuno e i commenti al vetriolo di gente come Peterson, ma ci scappa una lacrimuccia di rimpianto ripensando alle ironiche telecronache che il buon Dan riservava alle gesta del mitico Hulk Hogan, di Ultimate Warrior, di Andrè The Giant o di Machoman.
Peterson ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che “Obama non ha esperienza, era il capo di un piccolo quartiere di Chicago. Temo che, in un faccia a faccia, Putin se lo mangerà come un tramezzino… E poi a farsi leggere sono buoni quasi tutti. Clinton e George W. Bush ci sono riusciti perfino due volte! Adesso – ha aggiunto – però deve dimostrare quanto vale“.

Peterson, nato 72 anni fa nell’Illinois, stato di cui Obama era senatore, si esaltava molto di più quando un altro uomo di colore saliva sul ring. Era Koko B. Ware. Ove B stava per Birdman.

L’uomo pappagallo.
Evidentemente per Dan Peterson è meglio il binomio colored-pappagallo (mmm mmm… per me numero uno!) che colored-aquila reale. Se ne faccia una ragione: anche il grande Koko B. Ware il 4 novembre avrà esultato alla vittoria di Obama.

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