Piero Marrazzo che chiede perdono per tutti i suoi peccati a Papa Ratzinger proprio non lo volevo sentire. Tutt’al più avrebbe dovuto chiedere perdono a Dio, e quello credo sia una richiesta che possa essere fatta nel privato e non necessiti di un passaggio terrestre ed epistolare. Inoltre la trovo una cosa abbastanza di cattivo gusto ed infantile: il bambino che corre a piangere dalla mamma per farsi perdonare dalla marachella ed avere così la coscienza pulita per la prossima diabolica trovata.
Forse Marrazzo avrebbe fatto meglio a chiedere scusa pubblicamente alle migliaia di lavoratori che guadagnano nell’arco di due anni, quando va bene, quello che lui spendeva in prestazioni sessuali e droga (ma che adesso tra cassa integrazioni e licenziamenti, forse ce ne mettono anche tre o quattro).
Marrazzo probabilmente sarebbe stato più corretto a chiedere scusa alla propria famiglia per averla ingannata ed averla catapultata in un incubo mediatico, difficile da digerire per chiunque, tra sospetti, maldicenze, gossip di bassa lega e sfottò vari più che far arrivare una lettera afflitta ed implorante sul tavolo del suo vecchio amico, il segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio Bertone.
Marrazzo sarebbe stato molto più coraggioso a chiedere perdono a tutti quegli elettori che avevano dato fiducia ad un uomo che sempre aveva osannato e portato come un vanto la sua onestà. Questo non perché i fattacci accaduti nella sua vita privata abbiano avuto una ripercussione sul suo ruolo politico (cosa che invece è palese in un Presidente del Consiglio che avvantaggia coloro disposte ad offrire i servigi di letto) ma in quanto esso si è sempre fregiato del ruolo di rappresentante della legalità e dello stato e per questo ha avuto una vita agiata e piena di comodità.
Speriamo che il prossimo atto dell’ex governatore del Lazio non sia quello di flagellarsi la schiena in Piazza San Pietro in uno scenico rito di penitenza per castigare la sua carne, strumento del peccato, e ricongiungersi spiritualmente al Signore!
Io veramente credo che si stia perdendo il senso della pietà umana. Cosa vuoi giudicare tu delle scuse che Marrazzo deve chiedere a Dio o alla sua famiglia? E cos’hai da sindacare sul fatto che chieda scusa al Papa piuttosto che ad altri o da dire che queste siano scuse ipocrite? Ma che ne sai? E forse pensi che non abbia chiesto scusa anche ad altri e che tutta la realtà delle cose sia racchiusa in quel poco che ricaviamo dalle notizie Ansa? Io non capisco perché c’è questo clima d’invettiva su tutto. Da parte mia so che Marrazzo di certo non ha rispettato quelli che sono i miei valori morali (io sono cattolica), e che ha deluso molte persone, però so anche che in questo momento è un uomo che soffre, e che vive un’esperienza di profonda messa in crisi di sé. Spero che ne rinasca e che sappia ritrovare la gioia di vivere e la serenità con la sua famiglia.
Carmen, 21 anni , Salerno
Concordo pienamente con Carmen
Credo che l’invettiva nasca proprio dalla pubblicità data all’evento.
Se Marrazzo avesse mantenuto un dignitoso silenzio, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire.
Invece Marrazzo, per recuperare una parvenza di verginità anale, ha scelto la strada mediatica. Una strategia di marketing pianificata che lo ha portato ad una richiesta pubblica di perdono rivolta ad un personaggio importante (il papa) per dare pubblica dimostrazione della sua sofferenza e del suo pentimento.
Non c’è né da sorprendersi, e neppure da lamentarsi, se questa esposizione pubblica di pentimento suscita critiche anche feroci. Se uno non le vuole, non si espone.
Concordo pienamente con il tuo post Linda.
Il signor Piero Marrazzo farebbe bene, se proprio ritiene necessario dover chiedere perdono, a rivolgersi oltre che ai cittadini del Lazio, suoi elettori e non, al massimo, al Presidente della nostra Repubblica piuttosto che al capo di uno stato dittatoriale estero quale quello del vaticano. Cosa c’entra il capo di uno stato estero con la sua frenquentazione di transessuali?
Gentile Carmen tu dici “in questo momento è un uomo che soffre, e che vive un’esperienza di profonda messa in crisi di sé”; cara mia soffre solo per il potere che aveva fra le mani e che ora ha perso, ecco perché soffre. Aprite gli occhi gentili amici/che cattolici/che la storia di qualsiasi religione è una storia di potere. Il Marrazzo si professava e si professa cattolico ai quattro venti perché questo gli dava potere. Aveva costruito ad arte, benché divorziato (quindi scomunicato late sententiae), questa immagine di sè. E adesso cerca il modo per riavere almeno in parte un po’ di potere e questo forzatamente deve passare attraverso le maglie vaticane che ci impestano da quasi duemila anni.
Un cattolico o una persona che intende pentirsi dei suoi peccati non lo fa pubblicamente, ma in maniere riservata con il suo confessore.
Solo nel caso in cui abbia coinvolto/danneggiato altre persone, che non siano del contesto familaure, dovrà fare ammenda pubblicamente e chiede perdonno a loro.
E non mettere i dasigio ulteriorimente i familairi forse sarebbe il caso che smettesse di mettersi in mostra con pubbliche scuse.
L’ipocrisia non è solo da parte del “penitente”:
…che Marrazzo si stia mostrando pentito di quanto è avvenuto è cosa nota. “Quest’uomo sta compiendo un delicatissimo iter da cui nascerà una persona nuova”, ha rivelato, la scorsa settimana, a “Repubblica” l’abate di Montecassino, il vescovo Piero Vittorel…
…leggo su questa pagina di internet de La Repubblica:
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/marrazzo-spiato-1/lettera-al-papa/lettera-al-papa.html
E’ un articolo al quale non mi risulta sia possibile opporre alcun commento.
Per quale motivo quanto vanno dicendo sarebbe “cosa nota”?