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Strage di Bologna: l'assurda libertà condizionale alla Mambro

di linda 8 ottobre 2008

Francesca Mambro, ex terrorista dei Nar, condannata in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna, in cui morirono 85 persone e ne rimasero ferite 200, il 16 settembre 2013 sarà definitivamente libera per pena estinta. E fino ad allora sconterà la pena in libertà vigilata. “La Mambro esce dal carcere a tutti gli effetti con la spada di Damocle che nei prossimi cinque anni non potrà fallire altrimenti perderà questo beneficio”. Questo il commento a caldo, vergognoso aggiungo io, di Tommaso Mancini, uno dei suoi avvocati.

In semilibertà già dal ’98 e in detenzione domiciliare speciale dal 2002, quando è nata la figlia Arianna, (avuta dal marito Valerio Fioravanti, condannato con lei per la strage) la Mambro in questi anni ha fatto di tutto per ottenere questa libertà, cercando di riconciliarsi e pacificarsi con i familiari delle vittime.

Mi chiedo se i giudici del tribunale di sorveglianza che hanno accolto l’istanza dell’avvocato Michele Leopardi abbiano mai fatto un giretto alla stazione dei treni di Bologna, nella sala d’aspetto, dove il buco creato dall’esplosione è ancora lì, a monito di quel terribile fatto. Oppure se si siano mai soffermati a leggere i nomi e le età delle persone morte, elencati sul cippo commemorativo. O se abbiano mai pensato che magari Luca Mauri 6 anni sarebbe potuto essere loro nipote o Verdiana Bidona, 22 anni, loro figlia. Forse se lo avessero fatto, l’attenuante “riconciliazione con le vittime” sarebbe stata difficilmente presa in considerazione nel giudicare la posizione dell’ex terrorista nera.

Se i giudici non vogliono avere memoria, se il revisionismo dilagante non si riesce ad arrestare, se una persona condannata all’ergastolo e a 84 anni e otto mesi complessivi di carcere per altri reati può essere libera, allora almeno noi dobbiamo ricordare ed avere una memoria storica:

Questi gli omicidi per i quali, strage di Bologna a parte (85 morti, 200 feriti), Francesca Mambro è stata condannata a nove ergastoli.

28 maggio 1980. Partecipa all’attentato compiuto davanti al liceo romano Giulio Cesare in cui viene assalita la pattuglia di vigilanza e ucciso l’appuntato di polizia Francesco Evangelista (detto “Serpico”), e ferito il suo collega Giuseppe Manfreda. Per aver ucciso Francesco Evangelista, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

23 giugno 1980. Su ordine di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Gilberto Cavallini uccide a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando “alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi”. Mambro e Fioravanti la sera dell’omicidio festeggiano ad ostriche e champagne. Per essere la mandante dell’omicidio di Mario Amato, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna. Per aver ucciso Francesco Mangiameli, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l’imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un’auto, “Spara, spara!”. Per aver ucciso Enea Codotto e Luigi Maronese, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un “infame delatore”. Del commando omicida fa parte Mambro. Per aver ucciso Marco Pizzari, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

31 luglio 1981. Nell’ambito del regolamento di conti all’interno della destra eversiva, viene ucciso Giuseppe De Luca. Per aver ucciso Giuseppe De Luca, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all’agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L’efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: “La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell’encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello”. Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell’eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell’agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni. Per aver ucciso Francesco Straullu e Ciriaco Di Roma, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo.

5 marzo 1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. Mambro sostiene che Caravillani sia stato ucciso da un proiettile di rimbalzo. Per aver ucciso Alessandro Caravillani, Francesca Mambro è condannata all’ergastolo”.

Questi sono i dati che Mario Adinolfi ha riportato sul suo blog. Non dimentichiamoceli.

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0 risposte a “Strage di Bologna: l'assurda libertà condizionale alla Mambro”

  1. simone ha detto:

    Ancora una volta ,se c’erano dubbi, si capiscono i forti intrecci tra stato e fascisti e con questo governo poi…è uno schifo,in galera chi beve fuma fa graffiti o protesta x la propria terra chi fa stragi di innocenti no! che paese agghiacciante è l’italia(e gli italiani)

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