Pubblicato in: Media e comunicazione

Le lotte da Internet devono tornare nel mondo reale

di Aldo 4 gennaio 2010

Lotte virtuali

Benvenuti negli anni dieci! Sono finiti gli anni zero! Chissà cosa resterà di questo nostro Belpaese nelle pagine di Storia. Ne riparleremo. Abbiamo tutto l’anno. Pensavo invece, alla fine del Medio Evo e di come la stampa a caratteri mobili abbia impresso un’accellerazione iperdinamica all’alfabetizzazione, tanto da confondere l’intera società e non solo i bibliotecari che andavano al mercato a comprare i libri stampati e li portavano nelle copisterie per farli ricopiare a mano, ma persino nel popolo che solo con Martin Lutero trovò la Sacra Bibbia scritta in tedesco con cui apprendere a leggere e scrivere, al contrario del popolo italico a cui era persino vietato leggerla la Bibbia, pena il rogo.

Pensate che fino al 1700 la maggior parte di coloro che scrivevano libri erano pure quelli che li leggevano, e il 70% dei libri stampati apparteneva ad autori greci o latini. Il mondo era diviso tra chi sapeva leggere e chi no, un po’ come sta succedendo oggi con Internet: molti lo usano e potremmo definirli i nuovi alfabetizzati del computer, mentre molti altri non conoscono questa nuova tecnologia e sono i nuovi alfabeti, con la differenza – secondo me – che la divisione si delinea con maggior forza tra le generazioni.

Se per esempio volete sapere cos’è successo ieri a Berlusconi, voi andate sugli aggregatori di notizie o sui quotidiani on line, i vostri genitori leggeranno i giornali, la nonna guarderà la televisione. (con le dovute eccezioni, ovviamente). Ne consegue che la comunicazione, i commenti, le prese di posizione avvengono per compartimenti stagni, coi giornali a fare da grancassa al sistema e qualche volta a lanciare articolesse tanto per tastare il terreno alle reazioni, la televisione continua a propinare notizie scelte ad uso e consumo di qualcuno, e quelli del Web ad unirsi in gruppi, comitati, aggregazioni che sono sì una parte dell’opinione pubblica, ma sterilizzata, parcheggiata in un luogo virtuale e asettico e solo quando esce da quel Limbo provoca reazioni tutte protese verso la censura, l’impedimento, fino a sottili forme di disprezzo.

Ecco, secondo me, anno nuovo vita nuova occorre che il Web cessi di parlarsi addosso e che qualcuno (qualcuno già lo fa, ma sono pochi) faccia uscire queste forme di dissenso dal bagno caldo dove siamo immersi con le nostre opinioni e si dia da fare per far diventare le parole solide. Come? Basterebbe che le notizie, le opinioni che ci piacciono, su FaceBook per esempio, escano dal consueto parlarci addosso, e diventino carta. Sì, carta su cui fotocopiare le frasi i concetti, le proposte che poi vadano a finire sulle bacheche delle Università o dei luoghi di lavoro, appiccicate sui muri, sulle porte dei supermercati.

Una volta si faceva volantinaggio, oggi chissà se potrebbe essere considerato un gesto superfluo. Oggi è uscita la provocazione di De Magistris, a cui invariabilmente fanno seguito le reazioni a compartimenti stagni di tutte le camarille della politica. Ecco, anno nuovo e iniziative nuove, invece di fondare i soliti gruppi di sostegno a De Magistris, sulla falsariga degli infiniti sostegni alla Gabanelli, a Clementina Forleo, Masciadri, Vendola o gruppi contro la via a Craxi, l’acqua privatizzata, l’ambiente e tutte quelle altre iniziative legittime, ma sul piano pratico sterili, io propongo che questa volta oltre alla solidarietà a questo o a quello, qualcuno – i più capaci, i più attrezzati, i più tenaci – stampino le parole di solidarietà su carta e vadano ad appiccicarle dove possono. Andiamo a batterci sul terreno dell’avversario. Che ne dite? Aldo Vincent

www.giornalismi.info/aldovincent

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